domenica 30 novembre 2014

ISIS, PRONTO L'ATTACCO NEL CUORE DELL'EUROPA?

Un normale posto di blocco che scopre un traffico legato al terrorismo internazionale. È ancora top secret l’operazione di Polizia che l’altra notte ha rivelato quanto le infiltrazioni del califfato Isis siano presenti a Roma. E’ sabato notte nella Capitale quando una macchina di lusso con a bordo due magrebini non si ferma all’alt intimato dalle forze dell’ordine. In pattuglia ci sono gli agenti del commissariato Romanina che fanno scattare l’inseguimento. Gli stranieri, nonostante siano braccati e abbiamo il 113 alle costole, riescono a farla franca abbandonando l’auto e scappando a pieni perdendosi per le campagne tra il grande raccordo anulare e la circonvallazione Orientale. La macchina è ferma e da una prima ispezione emerge un inquietante ritrovamento: due pistole. Pezzi di tecnologia avanzata, non roba da normali delinquenti. Dal numero di targa si risale al proprietario, uno dei due fuggitivi, che abita in un residence lungo la Cristoforo Colombo tra l’Infernetto e Acilia. Parte il blitz e nell’appartamento dell’uomo c’è la moglie. Lo scenario cambia di nuovo e qui gli agenti della polizia si rendono subito che l’affare si ingrossa. La donna, una cittadina italiana ha in casa bandiere dell’Isis, articoli di giornale inneggianti al Califfato e cosa ancora più inquietante delle mappe della città di Roma con possibili obiettivi da colpire. Sulla vicenda così delicata, il riserbo è oltre ogni previsione e tutti gli elementi sono al vaglio degli inquirenti. Tutto fa pensare a una cellula terroristica con base operativa proprio sul litorale romano. La donna è stata identificata e condotta in commissariato e ora dovrà chiarire la sua posizione. Di certo, è solo il punto di partenza di un’inchiesta appena iniziata e che non esclude altri possibili collegamenti con una rete di infiltrati che opera tra Roma e la sua periferia. I jihadisti sunniti dello stato islamico dell’Iraq e della Siria avevano già intimato l’occidente e promesso di conquistare Roma. Ora, spetterà all’intelligence italiana esaminare la portata dei fatti, inquadrandoli in una reale minaccia per il paese o piuttosto considerarli un singolo episodio a sé stante, frutto del fanatismo del momento. D’altro canto era stato lo stesso ministro dell’Interno Alfano a definire elevato il rischio per l’Italia, promettendo misure severe contro la minaccia terroristica. Il titolare del Viminale ha annunciato, nei giorni scorsi, uno stretto controllo da parte delle forze dell’ordine sui soggetti più a rischio. L’attenzione di polizia e carabinieri resta alta e il monitoraggio è costante. Sotto osservazione anche i transiti e i passaggi dei probabili combattenti stranieri sul territorio nazionale. Secondo le recenti e ultime stime, sarebbero 48 le persone che sono passate dall’Italia e poi entrate nelle file dei jihadisti. La crisi siro-irachena ha aperto scenari nuovi e nuovi rischi e l'impegno dell'Italia è al massimo. I contorni di questa vicenda restano tutti da chiarire. Sicuramente un ulteriore risvolto nelle indagini arriverà dai due magrebini tutt’ora a piede libero. Forse, mente e braccio di un’organizzazione ben più strutturata.

Mirko Polisano

Bandiere dell'Isis sono state trovate nel rifugio della possibile cellula alle porte di Roma

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