giovedì 7 agosto 2014

OSTIA, METTI UNA SERATA D'AGOSTO

Ci sono racconti che solo con il tardarsi della notte riescono a conferire una sfumatura diversa alle emozioni. Niente di complicato, stasera. Un palco si trasforma nel grande schermo e ti senti un po’ come al cinema. Non servono i pop corn, basta qualche sedia e tante stelle. Al resto ci pensa Ostia e chi Ostia la ama, chi la racconta ogni giorno e chi l’ha fatta conoscere anche agli altri. Ti vedi scorrere gli anni e i decenni, come se fosse tutto un attimo. Il cavalier Muzzarelli parla di Giulietta Masina, della Mangano e di Liz Taylor che ai tavoli del suo ristorante si sono sedute per mangiare gli spaghetti alle vongole sgusciate, come piacevano a Fellini. Ostia è questa con la sua magia degli anni’60. Ti ritrovi a tu per tu con il brigadiere Gargiulo. Si quello che si è fatto fregare la moto da un ladro in “Squadra Antiscippo”e quello del “Delitto a Porta Romana”. E per chi, da bambino, non si perdeva una puntata delle avventure di Bombolo e der “Monnezza” è come trovarsi di fronte il calciatore per cui si faceva il tifo, che sia Rudi Voeller o Ruben Sosa, poco cambia. Emozioni da fine anni’80. Sembra di sentire le note di “Cara”, colonna sonora di Lucio Dalla per Borotalco di Carlo Verdone. È lo stesso sogno di Pino. Era impossibile non fermarmi a parlare con lui quando lavoravo in municipio. Ancora indossa il gilet di pelle che sfoggia in “Troppo forte”, mentre divora il flipper del bar, dove Oscar Pettinari ha una interminabile lista della spesa da pagare. Arrivano, poi, altri “Compagni di Scuola”. Elena Sofia Ricci non dimentica i suoi trascorsi al liceo classico Anco Marzio, dove ci siamo divisi lo stesso professore di storia e filosofia che anche stasera mi ha interrogato su Achille e la tartaruga, su Orazio, Nevio e Livio Andronico. Scorrono le immagini di Alberto Sordi, Federico Fellini e Roberto Benigni, sovrapposte ad un’Ostia che è cambiata e pure tanto. Ma che ancora conserva un certo modo di essere. Dove i panini e i cocomeri in spiaggia sono gli stessi dei film in bianco e nero, e dove Er Cipolla è un vero cult. Massimo è il figlio di Aldo Fabrizi. Ha la sua stessa romanità e vive di una struggente malinconia. Ricorda il papà, la  Famiglia Passaguai e le giornate al mare, al Battistini. Poi, legge un sonetto e i suoi versi sono per noi i titoli di coda di questa serata. Grazie Giulio, perché, ci hai fatto venire una gran voglia di cinema. Proprio oggi, ironia e volontà del destino, in questa giornata di agosto. Il 7, per la precisione.

Come nel film di Luciano Emmer. 




Mirko Polisano