lunedì 4 febbraio 2013

AFGHANISTAN, RIPRENDIAMOCI LA MEMORIA

“Quando la vita chiama, il cuore sia pronto a partire e ricominciare…per offrirsi sereno e valoroso ad altri”Apri un libro qualsiasi, una pagina qualsiasi in un giorno qualsiasi e questi versi di Hermann Hesse sembrano volerti dire: falla iniziare così questa storia. 

Una storia che hai difficoltà a raccontare perché ormai fa parte di te. Il cuore è quello di David Tobini, paracadutista dell’esercito italiano che si è offerto sereno e valoroso ad altri. Non importa chi questi altri siano...ha importanza il gesto, e chi ormai deve sapere, già sa. Ma c’è un altro cuore quello di mamma Annarita, che deve essere pronto a partire e ricominciare ogni volta che si incontra la burocrazia, il pressapochismo e l’indifferenza. Ti accorgi, ogni giorno che passa, che la guerra non è solo laggiù in Afghanistan, ma anche qui a Roma. Proprio in questi giorni l’amministrazione di Roma Capitale è corsa ai ripari per sanare una svista, clamorosa e indegna. La decisione della commissione toponomastica di non intitolare un parco alla memoria di David Tobini, caduto in Afghanistan nel 2011, figlio di Annarita e di questa Roma, non è andata giù non solo alla famiglia, ma, per fortuna, anche a tante persone che di girarsi dall’altra parte, anche stavolta, non se la sono sentita. Tra i primi ad alzare la voce, l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, e tanti altri che David neanche lo conoscevano, ma che hanno deciso di non abbassare la testa. Così come le istituzioni, anche le stesse del comune di Roma, che hanno ribadito l’assurdità dei fatti, e allo stesso tempo ne hanno preso le distanze, precisando che la commissione, oltre ad essere costituita da personalità esterne all'amministrazione, ha solo una funzione consultiva. Ad Annarita tutto questo poco interessa, perché la sfiducia è tanta e trovarsi di fronte all’ennesimo no per un’opera che dai quasi per scontato e, che peraltro potrebbe anche non essere a carico della pubblica amministrazione, ti getta in un’ondata di sconforto. Ha parlato di vergogna, Annarita, che, credo, qualcuno abbia provato leggendo questa storia. Un atto dovuto in uno stato in cui il dovere non si sa più cosa sia. “L’Italia è un paese dalla memoria corta”, la frase riecheggia ogni tanto. Ma non possiamo più permettercelo, non possiamo più permettere tutto questo. Dobbiamo avere il rispetto di quella memoria che proprio perché è tale non può essere certo parente della dimenticanza. Né, possiamo permettere che ci si stringe accanto al dolore dell’Afghanistan il tempo giusto per concedere alle istituzioni la triste passerella e il giorno del lutto cittadino. Ancora peggio, quando altri accostano il dolore dell’Afghanistan a compensi e stipendi. Ricordiamoci sempre che i nostri parlamentari guadagnano molto di più a spese nostre e di certo non rischiano la vita. Lascio perdere la questione del terrorismo internazionale: Bin Laden non c’è più…eppure stiamo ancora lì.

Questa storia avrà tra poco il suo epilogo: la giunta capitolina ha capito l’errore e ha dato l’autorizzazione al parco David Tobini, che presto si farà.

Ci saremo tutti quel giorno, orgogliosi di aver fatto prevalere il nostro diritto di cittadini, di uomini e donne che hanno ancora la forza di credere nelle loro idee. Ci sarà Annarita, con il basco amaranto in mano e tutti noi accanto, con gli occhi un po’ lucidi ma con la certezza di aver fatto la cosa migliore.

Ci verrà a trovare anche Confucio, da lassù e ci farà tornare alla mente una delle sue frasi più belle: Vedere ciò che è giusto e non farlo...è mancanza di coraggio".   


Con Annarita, mamma del Caporal Maggiore  David  Tobini



Mirko Polisano