mercoledì 31 luglio 2013

ISLAM E EBRAISMO, QUANDO LA PACE E' POSSIBILE...

"Sa come rinascere dalle ceneri, il mio Paese. Forse avete dimenticato che lui è il creatore della fenice?”

Mushil Al Ramni  è un intellettuale iracheno. Si è schierato senza mezzi termini contro l’inferno della guerra. Argomento più che mai di attualità, oggi, con la Siria ancora in crisi. I percorsi di pacificazione sono sempre lunghi e tortuosi. Specialmente nel vicino oriente, dove ci sono tanti ostacoli e, soprattutto, muri che, nel nome di una "Terra Santa", separano musulmani da ebrei, ma si possono scorgere anche alcuni segnali incoraggianti. Ne parliamo con l’Imam della comunità musulmana di Roma. Arriviamo alla Grande Moschea della Capitale, la più grande di tutta Europa, opera dell’architetto Paolo Portoghesi, che sorge tra i Parioli e l’Acqua Cetosa. Il centro, voluto fortemente, dall’allora governo Andreotti in accordo con l’Arabia Saudita, è luogo di preghiera, ma anche di incontro e di studio. Punto di unione di culture e di mondi lontani, ma in realtà solo apparentemente. L’entrata centrale richiama il disegno di piazza del Campidoglio a Roma, eccolo un primo segnale di integrazione e convivenza tra popoli e paesi. Ahmed El Sakka è l' Imam della Moschea di Roma. Parla anche di rispetto e convivenza l’Imam e di rapporto con il popolo italiano. "La libertà di religione è fondamentale - dice - e i tanti centri islamici aperti in tutta Italia ne sono la testimonianza di un paese accogliente e aperto al dialogo"Sullo stesso principio di rispetto inter-religioso punta la comunità ebraica di Roma. Anche la Sinagoga che sorge all’Isola Tiberina è tra i Tempi Maggiori più grandi d’Europa, visibile da ogni punto panoramico della città. 

La storia della Sinagoga è fatta di due visite che segnano il passo con i tempi: quella di Giovanni Paolo II nel 1986 e quella del suo successore Benedetto XVI nel gennaio di tre anni fa. Ma è fatta anche di un attentato dell’ottobre del 1982 in cui, per mano di un commando palestinese, morì un bambino di due anni e rimasero ferite 37 persone. Per gli ebrei romani il Tempio rappresenta, oltre che un luogo di preghiera, un fondamentale punto di riferimento culturale ed ospita il Museo Ebraico di Roma. Incontriamo Claudio Procaccia, il direttore dei Beni Culturali del Museo e con lui parliamo di storia e di pace. Shalom, in ebraico."Gerusalemme - afferma Procaccia - ha la stessa radice di Shalom, pace, appunto. Questo significa che per l'ebraismo, l'elemento di pacificazione tra i popoli è un elemento chiave. Come è chiave l'elemento della solidarietà". 

Dio ci ha dato molte culture, molti linguaggi, ma un solo mondo dove vivere insieme. Un mondo che diventa sempre più piccolo, ogni giorno. La pace non può neanche essere qualcosa di imposto attraverso organismi internazionali. Anche qui, al massimo, significherebbe solo coesistenza obbligata. La pace vera è, invece, altra cosa, è tolleranza, è soprattutto RISPETTO. 

Come diceva Kant, la Pace non può essere semplicemente mancanza di guerra.

Mirko Polisano