sabato 4 agosto 2012

LA PACE DEGLI EBREI

Cosa dire della pace dal punto di vista ebraico? Qual è la pace che vogliamo? Il profeta Isaia aveva immaginato un giorno in cui il leone e l’agnello avrebbero vissuto insieme. Ma, da quello che ho ascoltato stasera, non mi sembra che quel momento sia ancora venuto. Anche se c’è stato uno zoo in cui un leone e un agnello vivevano nella stessa gabbia. Un visitatore, meravigliato, ha chiesto al direttore dello zoo: “ma come è possibile?” “semplice”, ha risposto il direttore, “basta mettere un agnello nuovo tutti i giorni!”. Ecco, non è questa la pace che intendiamo. Non vogliamo che gli agnelli continuino ad essere sacrificati, anche se in nome della pace. Ma, se torniamo alla Bibbia, c’è stato un tempo in cui il leone e l’agnello hanno vissuto insieme. È stato nell’arca di Noè. Perché? Non perché fosse un mondo perfetto, ma perché avevano capito che, altrimenti, sarebbero affogati entrambi. Ma nemmeno questa pace ci piace. È solo convivenza. E il concetto che “ci rimetterei anch’io” non è più sufficiente, quando trovi chi è disposto a uccidersi pur di uccidere gli altri. Ora, Dio ci ha dato molte culture, molti linguaggi, ma un solo mondo dove vivere insieme. Un mondo che diventa sempre più piccolo, ogni giorno. Come diceva Kant, la Pace non può essere semplicemente mancanza di guerra. Ma non può neanche essere qualcosa di imposto attraverso organismi internazionali. Anche qui, al massimo, significherebbe solo coesistenza obbligata. La pace vera è, invece, altra cosa, è tolleranza e soprattutto rispetto per gli altri. In ebraico, si usa dire Shalom per dire pace, in realtà, questa parola non vuol dire semplicemente pace, significa piuttosto “completezza”. Quando due si incontrano e si dicono shalom, intendono che si sentono completi, quindi in pace, perché si accettano l’uno l’altro. Anzi, hanno bisogno l’uno dell’altro. Un po’ come maschio e femmina. Nessuno dei due, da solo, può dirsi un essere completo. Allora, è l’altro, il diverso da noi, che ci completa. E, naturalmente, deve essere qualcosa di reciproco, altrimenti uno dei due farebbe la parte dell’agnello. Solo quando capiremo questo e rispetteremo l’”altro”, il diverso da noi, avremo la vera pace e potremo dirci completi.

Discorso pronunciato dal Prof. Angelo Dafano, in occasione della presentazione dell'Associazione "Caduti di Guerra in Tempo di Pace".




 


Il Prof. Angelo Dafano e il suo discorso sulla pace


 

Un momento del "Dialogo Interreligioso": nel Castello di Ostia Antica, dove più di mille anni fa, si era combattuta la Battaglia di Ostia si è parlato di Pace tra Musulmani, Ebrei, Ortodossi e Cattolici. Nella foto: Lofty e Youssef Al Moghazi (Comunità Islamica), Padre Giovanni Gisondi (Comunità Cattolica), Padre Gheorghe (Comunità Ortodossa), Rabbino Piperno (Comunità Ebraica).

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